Casa Notizia Indiana Jones e The Great Circle sono la prova "Non hai bisogno dell'IA per rubare la mia anima", dice Harrison Ford

Indiana Jones e The Great Circle sono la prova "Non hai bisogno dell'IA per rubare la mia anima", dice Harrison Ford

Autore : David Mar 24,2025

Harrison Ford, l'attore iconico dietro il leggendario personaggio Indiana Jones, ha espresso la sua approvazione della rappresentazione di Indy di Troy Baker nel videogioco "Indiana Jones and the Great Circle". In un'intervista con la rivista del Wall Street Journal, Ford ha osservato umoriamente: "Non hai bisogno di intelligenza artificiale per rubare la mia anima. Puoi già farlo per nichel e dimes con buone idee e talenti. Ha fatto un lavoro brillante e non ci è voluto AI per farlo." Questa affermazione sottolinea la fiducia di Ford nella performance di Baker e il suo scetticismo verso l'uso dell'IA in ruoli creativi.

"Indiana Jones and the Great Circle", rilasciato a dicembre, è considerata un'aggiunta autentica alla serie amata, sebbene non sia necessariamente parte del canone ufficiale. L'accoglienza positiva di questo gioco contrasta bruscamente con la tiepida risposta all'ultimo film del franchise, "Indiana Jones and the Dial of Destiny", che ha colpito i teatri nel 2023. Il successo del gioco potrebbe incoraggiare i creatori del franchise a esplorare nuove strade piuttosto che fare affidamento sulla ripresa di Ford.

Ford, noto per i suoi ruoli in "Star Wars", "Indiana Jones" e prossimi progetti nell'universo Marvel, si unisce a una crescente lista di creativi che esprimono preoccupazioni per l'IA nei media. Tim Burton ha etichettato l'arte generata come "molto inquietante", mentre Nicolas Cage l'ha descritta come un "vicolo cieco". Il problema si estende anche alla recitazione vocale, con attori notevoli come Ned Luke di "Grand Theft Auto 5" e Doug Cockle di "The Witcher" che criticano i chatbot di ai che imitano le loro voci. Cockle ha avvertito che tale tecnologia è "inevitabile" ma "pericolosa", facendo eco al sentimento di Luke che priva efficacemente i doppiatori del loro reddito.